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È vero che gli allevamenti intensivi sono la causa dell’antibiotico resistenza?
17/09/2021
1 min.

L’impiego del farmaco in zootecnia è solo uno dei numerosi aspetti del problema dell’antibiotico-resistenza (tra cui l’uso scorretto o l’abuso in medicina umana, la scarsità di nuove molecole, l’uso di antimicrobici anche per gli animali d’affezione). Le filiere zootecniche sono da anni impegnate, insieme al sistema veterinario, a individuare e diffondere le buone pratiche che limitino sempre più l’utilizzo degli antibiotici.

Le cause alla base dell’utilizzo degli antibiotici sono molteplici e non dipendono solo dal tipo di allevamento, ma soprattutto dalle condizioni sanitarie generali del territorio. Se da un lato gli allevamenti intensivi necessitano di cure che coinvolgono un maggior numero di animali e quindi possono determinare un maggior consumo di antibiotici in termini meramente quantitativi, è altresì vero che l’ambiente in stalla limita il propagarsi delle malattie infettive e consente efficaci politiche di contenimento della malattia. L’allevamento estensivo o brado comporta, al contrario, un rischio di diffusione delle malattie più elevato, in quanto più numerosi sono gli agenti che possono contribuire alla propagazione degli agenti infettivi (es. agenti atmosferici, fauna selvatica, promiscuità fra le varie specie animali).

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