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Etichettatura obbligatoria sul tipo di allevamento: cosa esiste oggi?
17/09/2021
1 min.

L’etichettatura delle carni, divenuta obbligatoria prima per la carne bovina nel 2000 e successivamente, nel 2013, per altre specie animali, è un sistema che impone al produttore di fornire informazioni al consumatore riguardo l’origine del prodotto che acquista.

Il primo esempio di informazioni articolate al consumatore riguarda l’etichettatura delle carni bovine, introdotta nel 2000 (Regolamento (CE) n. 1760/2000), che prevede l’obbligo di indicazione del luogo di nascita, allevamento, macellazione e sezionamento. Il mancato rispetto di tali norme è perseguibile penalmente.

Oggi le modalità di allevamento (al pascolo, semi-intensivo e in stalla) possono essere comunicate lungo tutta la filiera fino al consumatore finale tramite un disciplinare per l’etichettatura facoltativa delle carni approvato dalle competenti autorità sempre ai sensi del Reg. (CE) 1760/2000, e successive modifiche e integrazioni, e del decreto ministeriale 16 gennaio 2015. Si tratta di una certificazione regolamentata che segue sistemi analoghi a quelli previsti per i prodotti biologici. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) è l’Autorità preposta a vigilare sulla veridicità e dimostrabilità delle informazioni che vengono trasmesse al consumatore. Le modalità di allevamento possono quindi essere comunicate tramite questo sistema che assicura una sostanziale trasparenza ed un consolidato sistema dei controlli.

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