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Mangiare carne rossa può provocare il cancro o altre patologie? Perché lo IARC ha classificato le carni rosse come probabilmente cancerogene per l’uomo?
17/09/2021
2 min.

Un’assunzione di carne rossa in quantità moderata, come quello suggerito della Dieta Mediterranea, è ben inferiore alla soglia dei 500 g alla settimana, limite massimo indicato dallo IARC che, nel 2015, ha incluso le carni rosse nel Gruppo 2A (probabilmente cancerogene), sulla base sulla base di studi epidemiologici condotti sulla popolazione adulta. Questo possibile effetto sembra in realtà dipendere dai metodi di lavorazione e di cottura, soprattutto ad alta temperatura, come nel caso della griglia o delle fritture.

Tuttavia, come precisato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), gli studi epidemiologici da cui derivano correlazioni scientifiche, non possono essere interpretati come prove di un rapporto di causa-effetto. Ciò significa che si può parlare di aumento del rischio (in base a quantità e frequenza di consumo) ma non di sicura comparsa del tumore come conseguenza del loro consumo. Inoltre, la soglia massima di consumo della carne rossa è di 500 g a settimana, ben al di sopra del reale consumo pro-capite di carne bovina, che in Italia si attesta a 25g al giorno1.

Alla luce di queste considerazioni, secondo l’ISS “non vi è evidenza scientifica che la carne rossa non lavorata, assunta nelle giuste quantità e nell’ambito di una dieta variata, sia un agente cancerogeno certo. Per alcune categorie come i bambini e le donne in gravidanza costituisce un alimento molto importante per fornire i nutrienti necessari come il ferro e la vitamina B12”.

Fonte: 1Fonte: V. Russo, A. De Angelis, P. Danieli, Consumo reale di carne e di pesce in Italia. Franco Angeli. Rielaborazione su dati consumi pro-capite Gira 2020f.
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