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Perché se non si possono usare preventivamente gli antibiotici, l’Italia è tra i primi posti in Europa per quantità acquistate?
17/09/2021
2 min.

In Italia il dato relativo agli acquisti di antibiotici per gli animali in allevamento è in calo del 42% nel periodo 2010-2018.  Nel corso del 2009 l’Italia aveva infatti avviato una forte campagna di sensibilizzazione volta a ridurre l’uso di antibiotici non supportati da adeguate diagnosi negli allevamenti e ad incentivare l’uso prudente negli animali d’affezione (cani e gatti).

Ulteriori azioni espressamente rivolte verso la prevenzione dei fenomeni di antibiotico resistenza furono intraprese in vari momenti a partire dal 2010. Nel 2012, una linea guida relativa ai controlli ufficiali sulla distribuzione ed utilizzo degli antimicrobici è stata distribuita agli organi di controllo. L’Italia ha poi avviato un piano nazionale per la verifica dell’antibiotico resistenza in forza della Decisione 2013/652/UE relativa al monitoraggio e alle relazioni riguardanti la resistenza agli antimicrobici.

La Commissione Europea, con decisione del 14 luglio del 2016, ha rivisto e strettamente disciplinato l’immissione in commercio e l’impiego in allevamento di tutti farmaci ad uso orale contenenti il principio attivo “colistina”, invitando gli Stati membri a rivederne e ridurne l’uso nei successivi 4 anni. A fronte di ciò l’Italia ha emanato il Decreto del Ministero della Salute 25 luglio 2016 che recepisce la decisione sopra citata e revocato le specialità medicinali per uso veterinario contenenti colistina in associazione con altri agenti antimicrobici per somministrazione orale. Le specialità medicinali citate nel decreto non possono essere più fabbricate e quelle in commercio alla data di pubblicazione del decreto (il 24 agosto 2016) sono state ritirate entro il 24 ottobre 2016.

Nell’aprile del 2019 l’Italia è stata fra i primi Paesi europei a rendere obbligatoria la ricetta elettronica veterinaria per gli animali da reddito e di affezione, che ha consentito nel primo anno di tracciare un quadro più preciso dei farmaci utilizzati per curare gli animali.

Nel 2020 sono stati prescritte 16 milioni di confezioni per gli animali da compagnia e circa 9 milioni per gli animali da reddito, corrispondenti rispettivamente a 10 milioni di ricette destinate ai pet e 850.000 ricette per gli animali zootecnici.

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