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Carne artificiale e sostenibilità: facciamo chiarezza
Falsi miti
17/10/2023
2 min.
Falsi miti

Negli ultimi anni, l’interesse per la carne artificiale ha suscitato grande attenzione nell’industria alimentare. Questa nuova tecnologia dovrebbe fornire una soluzione sostenibile ed etica alla produzione di carne, affrontando le sfide ambientali dell’allevamento tradizionale. Questo aspetto è al centro del dibattito pubblico da molti anni e ha comportato nei cittadini una maggiore consapevolezza sul corretto inserimento della carne all’interno della dieta: ad una sempre migliore qualità, si devono affiancare le giuste porzioni in modo da poter contemporaneamente tenere conto dell’ambiente e della salute.  

Occorre innanzitutto chiarire che la cosiddetta “clean meat” non è così clean come è propagandata in quanto l’incidenza dei consumi umani sull’ambiente è un aspetto di natura multifattoriale. Tantissimi allevamenti sono fonte di esternalità positive: diversi studi hanno rilevato che nei calcoli sull’impatto degli allevamenti animali sul clima, si calcolino solo le emissioni di carbonio in atmosfera e sia raramente considerato il ruolo fondamentale delle piante e del suolo. Le prime, infatti, assorbono anidride carbonica, sottraendola all’atmosfera in un processo noto come fotosintesi, e rilasciano ossigeno, mentre il secondo conserva queto carbonio captato nella sostanza organica. Nel valutare le emissioni prodotte dagli animali e confrontandole con la capacità delle piante di assorbire CO2 e del suolo a conservare carbonio, emerge su dati ISPRA (1) e ISTAT (2) come il contributo della filiera zootecnica a livello nazionale sia carbon neutral. In altre parole, i sistemi agricoli e agro-silvo-pastorali italiani mostrano la capacità di riuscire a compensare l’impatto dei gas serrigeni arrivando ad avere emissioni nette zero di CO2 

L’industria della cosiddetta “clean meat”, inoltre, è di gran lunga meno sostenibile delle filiere naturali delle carni.  Gli impianti di produzione coinvolti nei processi di moltiplicazione cellulare extracorporea in grandi bioreattori, non solo non compensano le emissioni di CO2, ma avendo un costo energetico molto elevato, immettono in atmosfera ingenti quantità di CO2 da combustibili fossili.  Un recente studio della Università Davis in California rivela che la produzione di un kg di carne in fabbrica può generare da 400 fino a 1.500 kg di CO2 contro i 10-50 della carne bovina tradizionale, a causa della complessità di alcune fasi del processo produttivo che richiederebbero un elevato consumo di risorse (2). È per questo che la carne artificiale non è la soluzione ad un problema molto complesso quale l’emergenza climatica. Gli allevamenti virtuosi, lungi dall’essere un problema per il clima, sono invece parte della soluzione in quanto contribuiscono alla mitigazione del riscaldamento globale.  

(1) ISPRA, 2023. Italian Emission Inventory 1990 – 2021. ISPRA, Informative Inventory Report 2023. Rapporti 385/2023, ISBN 978-88-448-1157-0

(2) ISTAT, 2023. 7° Censimento dell’Agricoltura. https://www.istat.it/it/censimenti/agricoltura/7-censimento-generale

(3) Risner, D., Kim, Y., Nguyen, C., Siegel, J. B., & Spang, E. (2023). Environmental impacts of cultured meat: A cradle-to-gate life cycle assessment. bioRxiv, 2023-04.
A cura di
Giuseppe Pulina